Il Dr. David, MD e owner di un’impresa di produzione di copertoni, approfittando della mia slot temporale 60 Minutes Mindful Speed Mentoring e del fatto che mi occupo anche (e non solo!) di negoziazioni tra le imprese nell’Africa Sub-Sahariana, mi contatta perché ha un “grossissimo” problema: non riesce a pianificare correttamente un singolo progetto imprenditoriale in Nigeria e questo implica vari guai per la sua Azienda come ritardi, costi esorbitanti e così via.
Nelle mie latitudini questo si chiama Planning Fallacy (non so se esiste una traduzione equivalente in italiano da rendere, in egual misura, in senso del fenomeno) ed è uno dei problemi più frequenti che un imprenditore possa affrontare, aggravato dal fatto di non conoscere il contesto culturale, sociale ed economico (quello reale, tangibile dei micro sistemi e non di quelli teorici studiati nei tomi universitari!) in cui vuole andare ad operare.
Si tratta di un pregiudizio cognitivo che descrive la tendenza delle persone a sottovalutare la quantità di tempo, i costi e i rischi delle azioni future e a sopravvalutare i benefici di tali azioni. Quando si anticipa il futuro, si tende a fare eccessivo affidamento sull’intuizione per formulare giudizi e questo porta a previsioni imprecise. Dalla situazione esistente a quella desiderata non abbiamo sufficiente capacità di astrazione da immaginare tutte le implicazioni. Nella fattispecie, in contesti africani, questo fenomeno si amplifica perché si aggiunge la tendenza a voler analizzare il mercato secondo il proprio metro di misura.
Tuttavia, i tipi di errori che si commettono non sono del tutto casuali. Sono sistematici e indicano che sono conformi a determinati pregiudizi cognitivi. Ne è un esempio tangibile quando scienziati e scrittori si trovano a sottovalutare la durata dei progetti e, pur avendolo sperimentato più volte, continuano a commettere gli stessi errori di pianificazione.
Due sono gli errori chiave del Planning Fallacy?
- Sopravvalutare i risultati positivi:spesso le persone basano le loro stime su scenari ottimistici invece di considerare gli scenari peggiori.
- Minimizzare i potenziali svantaggi: le persone tendono a concentrarsi su esempi di successo di progetti simili piuttosto che guardare a tutti i dati in modo oggettivo.
Perché preoccuparsene?
Sebbene l’ottimismo sia un ingrediente essenziale per qualsiasi progetto, ha i suoi svantaggi. Avendo uno stato d’animo ottimista, è più difficile immaginare gli scenari peggiori e questo può portare a sottovalutare i costi, sottovalutare i tempi e sovrastimare l’impatto positivo.
Come affrontarla? Con David abbiamo toccato questi punti che ritengo rilevanti:
- Educando sé stessi e il proprio team sulla fallacia di un progetto, adottando un approccio più realistico alla stima delle azioni future e non scartando le informazioni negative quando si prendono le decisioni. Se si ha una visione più realistica dei costi, dei rischi e dei benefici, si possono prendere decisioni migliori e ottenere risultati migliori. E per fare questo bisogno conoscere (studiare con chi già ci vive) il contest dove si vuole andare a operare.
- Facendo previsioni meno ottimistiche sui risultati. Comprendendo che le persone tendono a essere eccessivamente ottimiste quando anticipano il futuro e pianificano i progetti, possiamo attenuare i nostri pregiudizi essendo consapevoli e preparandoci ad affrontarli. Il modo in cui la semplice consapevolezza dei pregiudizi cognitivi può essere un potente strumento per invertirli è dimostrato dagli studi sull’effetto passante, cioè alla tendenza delle persone a prestare meno aiuto quando sono presenti altri passanti. Per esempio, immaginate di camminare per strada e che l’unica persona nei paraggi sia un bambino piccolo. All’improvviso, il bambino inciampa e sbatte la testa a terra: la maggior parte delle persone in questa situazione lo aiuterebbe immediatamente. Tuttavia, se ci si trova in una strada trafficata con una moltitudine di persone intorno e all’improvviso un bambino inciampa e sbatte la testa, è meno probabile che lo si aiuti. Il lato positivo è evidenziato da una ricerca del Journal of Experimental Social Psychology: la consapevolezza può invertire l’effetto passante. Lo stesso principio può essere applicato alla Planning Fallacy. Se si è semplicemente consapevoli dell’esistenza di questa tendenza, le persone hanno una maggiore consapevolezza dei pregiudizi che si verificano e possono adottare misure per contrastarli.
- Utilizzare i dati (positivi e negativi) provenienti da attività simili.
- Anticipare accuratamente le possibili battute d’arresto, visualizzando chiaramente le tappe del progetto, in modo da essere più realistici e affrontare la Planning Fallacy.
- Chiedere consiglio a una terza persona obiettiva in grado di valutare se le vostre intenzioni di implementazione siano realistiche o meno. Non abbiate paura di accettare qualche critica, perché può essere utile nel lungo periodo.
- Utilizzare un modello di pianificazione del progetto in modo da poter visualizzare chiaramente una traiettoria realistica del vostro progetto. Potete suddividere il progetto in tappe fondamentali, creando per ognuna di esse un calendario. In questo modo, si entra nei dettagli e si riduce la probabilità di sottovalutare la durata complessiva del progetto.
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60 Minutes Mindful Speed Mentoring può essere un modo divertente ed efficace per supportarvi nel miglioramento personale, professionale e nella realizzazione degli obiettivi sfidanti. Un modo per colmare il divario tra dove siete… e dove volete essere, comprimendo, insieme, anni di tentativi ed errori in una sessione di strategia valoriale.
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