Ginny è una straordinaria donna matura. Arriva da me grazie ad un’amica comune che le ha consigliato quest’ultima opportunità di una piccola sessione di #mentoring con me nello “𝑺𝒑𝒂𝒛𝒊𝒐 𝒂𝒔𝒄𝒐𝒍𝒕𝒐” 𝒑𝒓𝒐𝒑𝒐𝒔𝒕𝒐 𝒅𝒂 𝑴𝒆́𝒕𝒊𝒔𝒔𝒂𝒈𝒆 𝑫𝒚𝒏𝒂𝒎𝒊𝒄𝒔©, 𝒅𝒆𝒅𝒊𝒄𝒂𝒕𝒐 𝒂 𝒄𝒉𝒊 𝒗𝒐𝒍𝒆𝒔𝒔𝒆 𝒇𝒂𝒓𝒆 𝒖𝒏 𝒑𝒐’ 𝒅𝒊 𝒄𝒉𝒊𝒂𝒓𝒆𝒛𝒛𝒂 𝒏𝒆𝒊 𝒑𝒓𝒐𝒑𝒓𝒊 𝒑𝒓𝒐𝒈𝒆𝒕𝒕𝒊, 𝒇𝒊𝒏𝒐 𝒂𝒍 𝟏𝟓 𝑶𝒕𝒕𝒐𝒃𝒓𝒆 𝒄.𝒂..
Abbiamo chiacchierato a lungo e sicuramente continueremo a farlo perché ha messo sul tavolo un tema molto complesso e particolarmente stratificato che riguarda il tema dei pregiudizi verso le donne di mezza età e di successo che coinvolgono dinamiche culturali, sociali e psicologiche. Abbiamo ragionato sulla possibilità di superare tali pregiudizi attraverso una combinazione di cambiamenti strutturali e personali, nonché un’analisi sull’evoluzione della coscienza collettiva. Sì, perché la lotta contro questi pregiudizi non è solo una battaglia individuale, ma coinvolge le strutture sociali, culturali e istituzionali che perpetuano tali dinamiche. Con l’aumento della consapevolezza e la creazione di modelli di riferimento positivi, è possibile vedere un futuro in cui l’età e il successo femminile siano celebrati e non giudicati.
Uno tra i tanti temi su cui mi focalizzo in 𝑴𝒆́𝒕𝒊𝒔𝒔𝒂𝒈𝒆 𝑫𝒚𝒏𝒂𝒎𝒊𝒄𝒔© è quello di dare alle donne la possibilità di progredire oggi, riscrivendo al contempo la narrazione per creare un domani più inclusivo. Soprattutto quando lavoro con donne che portano con sé un importante bagaglio intersezionale, come nel caso di Ginni, donna, Mixed, persona altamente sensibile (HSP), plus-dotata e con “marchio” di neuro divergenza particolarmente accentuato.
Il mio obiettivo principale non è quello di cambiare la narrazione, ma di riscriverla, raccontando le storie di successo non filtrate di modelli di ruolo diversi e fornire una nuova definizione di ciò che significa essere una donna influente nel mondo degli affari di oggi; una definizione che include attivamente la riflessione su come la nostra influenza incida sul mondo circostante.
A causa di stereotipi obsoleti, le donne di mezza età di successo si trovano spesso a fronteggiare due forme di pregiudizio: quello legato all’età e quello legato al genere. Questi due aspetti si intersecano per formare una sorta di “doppio standard”:
- Ageismo: La società spesso associa la mezza età alla perdita di valore, specialmente per le donne, che sono talvolta percepite come “meno rilevanti” dal punto di vista sociale o professionale. L’ageismo è la combinazione di attitudini pregiudiziali nei confronti delle persone più vecchie, della vecchiaia e dell’invecchiamento in sé, pratiche discriminatorie nei confronti dei più vecchi e pratiche politiche che perpetuano stereotipi su questo tema.
- Sessismo: Nonostante i progressi nella parità di genere, molte donne continuano a essere giudicate attraverso lenti sessiste che svalutano i loro successi o li attribuiscono a fattori esterni piuttosto che al loro merito.
Questi pregiudizi possono manifestarsi nel mondo del lavoro (es. la difficoltà di ottenere ruoli di leadership), nella rappresentazione mediatica (es. stereotipi legati all’aspetto fisico o alla capacità di conciliare carriera e vita personale) e nelle relazioni interpersonali. Se poi si aggiungono anche elementi intersecanti come la razza, l’etnia e la provenienza geografica, completiamo il cerchio.
Prendiamo Kamala Harris. Nel giro di poche settimane è passata dall’ombra della vicepresidenza degli Stati Uniti al ruolo di gioiosa guerriera in corsa per la posizione politica più potente della Terra. Ma anche mentre si prepara a sfidare l’ex Presidente repubblicano Donald Trump, Kamala Harris affronta un altro avversario quasi invisibile: un pregiudizio pervasivo e radicato contro le donne di mezza età che salgono al potere.
Uno studio dell’università di Berkeley ha evidenziato che i pregiudizi legati all’anzianità riguardano in particolare la malattia (per cui si identifica l’anziano come malato), l ‘impotenza, la perdita dell’avvenenza fisica, il declino delle abilità mentali per via della scarsa capacità dell’anziano a imparare (da notare che le possibili maggiori difficoltà in queste attività non sono dovute all’età bensì alla mancanza di esercizio o di motivazione). La ricerca ha inoltre evidenziato come gli stereotipi ampiamente diffusi, ma spesso inconsci, creino una chiara vulnerabilità per le donne professioniste di mezza età ed ha esplorato come le antiche aspettative sugli uomini come capofamiglia e sulle donne come badanti esercitino ancora una profonda influenza, anche dopo un’epoca di massicci cambiamenti sociali.
Questi stereotipi prevedono che le donne siano calorose e accudenti. Ma quando queste donne raggiungono la forza e il successo sfidano queste aspettative. E per questo, spesso ne pagano sanzioni sociali ed economiche. Vi sono le vere e proprie discriminazioni, che riguardano il piano dell’azione: decisioni, scelte e comportamenti nei confronti di un certo gruppo di persone che si possono manifestare anche a livello istituzionale con leggi, norme sociali e pratiche istituzionali che ingiustamente restringono le opportunità con svantaggi individuali sistematici, a causa dell’età.
Nella mezza età, queste donne di successo sono viste come meno simpatiche e meno desiderabili. Le loro valutazioni sulle prestazioni professionali diminuiscono, anche rispetto alle valutazioni ricevute quando erano più giovani e con meno esperienza, mentre i leader uomini non devono affrontare queste aspettative né pagano le conseguenze. Si trovano spesso dinnanzi a barriere sistemiche, come il cosiddetto “soffitto di vetro”. E stiamo ancora cercando di capire se c’è qualcosa nel modo in cui le donne progrediscono nella loro carriera che porta automaticamente a minori opportunità rispetto a quelle che avrebbero gli uomini.
Una spiegazione è che quando le donne passano dalla giovinezza alla mezza età, ricevono una considerazione maggiore rispetto a quando sono più giovani, un maggiore rispetto per la loro competenza: è un grande miglioramento. Ma insieme a questo rispetto per la loro considerazione, vengono anche viste automaticamente come meno espansive. E poiché l’espansione è un attributo molto più prescritto dal genere per le donne, questo ha conseguenze pesanti per loro.
Inoltre, Gli uomini possono semplicemente mostrare quanto sono capaci ed hanno meno cose di cui preoccuparsi. Le donne vogliono mostrare la loro competenza ma, contemporaneamente, si preoccupano di come scusarsi per le loro capacità. Ciò richiede ogni sorta di pensiero e pianificazione e il tentativo di ottenere il giusto risultato; alla fine potrebbe non avere successo perché si sta combattendo contro degli stereotipi fortemente radicati che mettono le donne in una doppia difficoltà. Le donne, dovrebbero semplicemente, fare loro lavoro di cui sono capaci e non scusarsi per le loro capacità e per il fatto di avere successo. Dovrebbero tenere a bada come rivelano la loro vulnerabilità o la loro umanità, perché spesso vengono fraintese.
Quali sono le sfide specifiche delle donne che hanno raggiunto il successo professionale?
- Competenza vs. Simpatia: le donne di successo sono spesso vittime del cosiddetto “double bind”: devono dimostrare competenza per ottenere rispetto, ma rischiano di essere percepite come “fredde” o “difficili” se non aderiscono a stereotipi di genere che le vogliono empatiche e accomodanti.
- Aspettative di genere: le donne che eccellono nel mondo del lavoro sono spesso soggette a giudizi severi sul loro ruolo di madri o mogli. Mentre gli uomini di successo raramente affrontano critiche simili sulla loro vita familiare, le donne di mezza età possono essere accusate di “trascurare” gli obblighi familiari.
- Pressioni estetiche: anche l’aspetto fisico continua a essere un criterio di giudizio: il mito della giovinezza è spesso imposto alle donne, con aspettative irrealistiche sulla loro apparenza, anche in età avanzata.
- Fattori culturali e sociali: il contesto culturale ha un enorme impatto su come le donne di mezza età e di successo sono percepite. In molte società, la giovinezza è associata alla bellezza e al potere, mentre l’età è vista come un declino. Per le donne, questa percezione è particolarmente pervasiva, dato che il valore sociale è spesso legato all’attrattività fisica e alla fertilità. Tuttavia, in altre culture, l’età avanzata porta con sé un rispetto maggiore, specialmente se associata al successo e all’esperienza. In alcune professioni, come la politica o il mondo accademico, le donne di mezza età hanno maggiori probabilità di essere riconosciute e apprezzate, mentre in settori come il cinema o la moda, i pregiudizi contro l’età sono più forti. Le norme culturali possono quindi influire profondamente su come queste donne vengono viste e trattate.
C’è un modo per superare questi pregiudizi?
Personalmente ritengo che i pregiudizi siano un bagaglio inevitabile difficile da debellare e con cui dovremmo tutti cercare di convivere. Ma nel farlo, potremmo adottare delle strategie individuali che ci aiutino a smussarle e trarne giusto beneficio. Trovo che una parte molto importante sia un aggiustamento dell’atteggiamento e una mentalità di ribellione alla narrazione ageista di lunga data non solo da parte della società, ma anche all’interno di se stessi.
Con Ginni siamo partite proprio dalla volontà di lavorare sulla sua crescita personale iniziando dal senso di autenticità e fiducia: mantenersi fedele ai suoi valori, senza conformarsi alle aspettative esterne è determinante per cambiare la sua narrazione. Abbiamo poi definito l’importanza di creare reti di supporto con altre donne e uomini che condividono valori di inclusività e rispetto può fornire risorse emotive e professionali per affrontare le difficoltà e, infine, sviluppare la resilienza attraverso la pratica del self-care, della mindfulness o della psicoterapia che può aiutare a gestire il peso emotivo del pregiudizio.
Ci sarebbe poi da fare un ragionamento sui cambiamenti strutturali a livello sociale e istituzionale. Alcune strategie potrebbero includere politiche più incisive di parità di genere nei luoghi di lavoro per aiutare a ridurre il sessismo e garantire che le donne abbiano pari opportunità di avanzamento, indipendentemente dall’età. L’educazione e la sensibilizzazione, poi, possono aiutare ad aumentare la consapevolezza sull’importanza dell’esperienza e del valore delle donne di mezza età attraverso campagne di sensibilizzazione e programmi educativi può sfidare i pregiudizi esistenti. Infine, l’importanza di avere modelli di riferimento positivi rendendo visibili le donne di successo. Questo implica una rappresentazione più diversificata nei media e nella leadership, che possa ispirare altre donne e cambiare le percezioni collettive. Quando vediamo donne forti, capaci e autorevoli in ruoli chiave – come leader aziendali, politiche, artiste – viene rinforzata l’idea che l’età non è un ostacolo al successo. Tuttavia, se i media continuano a proporre stereotipi di donne “appassite” o “trascurabili”, il progresso sarà limitato.
Ovviamente una sessione di mentoring non è stato sufficiente con Ginni, perché c’è molta carne sul fuoco. Ma la ringrazio per la preziosa opportunità di poter condividere la mia esperienza e trovare, insieme, un punto in comune da cui poi partire per elaborare strategie esperienziali particolarmente incisive. L’intersezionalità, affrontando l’esistenza e l’occorrenza simultanea di più categorie socioculturali (il genere, la razza/etnia, l’età e la classe), ci ha dato modo di applicare un approccio per riconcettualizzare l’identità, decostruire le categorie sociali e le divisioni ed esplorare le emarginazioni multiple imparando come si costruiscono, ‘interagiscono’ e si trasformano reciprocamente
Luisa Casagrande | Senior Mentor & Trainer Métissage Dynamics© | Autrice di
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