Call Anytime

(123) 456-7890

Le 3 P dell’amicizia: cosa sbagliamo al riguardo

Sarah mi ha contattata recentemente per raccontarmi un problema che, seppur possa sembrare superficiale a chi l’ascolta distrattamente, per lei è diventato davvero un peso. Questo problema, che si ripresenta in modo sistematico nella sua vita, la sta affliggendo sia sul piano personale che professionale, al punto da provocarle anche scompensi fisici di una certa entità. La questione principale riguarda la sua difficoltà, che credeva di avere, nel relazionarsi con gli altri in modo profondo e autentico.

 

 

Ma, riflettendo con lei, ho cominciato a vedere le cose da una prospettiva diversa. Sarah si è ritrovata intrappolata in un circolo vizioso in cui il “dare” nelle relazioni sembrava sopraffare il “ricevere”, portandola a credere che fosse lei a non essere in grado di instaurare legami veri e profondi. Si è sentita quasi come se stesse causando danni a se stessa e agli altri, come se, senza rendersene conto, stesse costruendo una “terra bruciata” attorno a sé.

 

 

A quel punto, ho cercato di aiutarla a riflettere su due aspetti che potrebbero offrirle una nuova chiave di lettura per comprendere meglio la sua situazione:

1) Le aspettative


In molte relazioni, c’è un errore che facciamo spesso senza nemmeno accorgercene: quello di proiettare aspettative enormi sugli altri. Spesso, quando ci mettiamo in gioco emotivamente, facciamo un investimento che non riguarda solo ciò che siamo disposti a dare, ma anche ciò che ci aspettiamo di ricevere in cambio. E queste aspettative, per quanto naturali possano sembrare, finiscono per guidare tutti i nostri comportamenti e influenzare il modo in cui percepiamo gli altri e ci relazioniamo con loro.

 Il dare che sembra superare l’avere spesso nasce da una visione un po’ idealizzata delle relazioni. Quando ci investiamo troppo nelle aspettative, rischiamo di fissare in modo inconscio un “contratto” con l’altro: un investimento emotivo che ci fa sperare di ricevere qualcosa in cambio, e, se questo non avviene, ci sentiamo delusi o frustrati. Quello che spesso accade, però, è che le nostre aspettative siano così grandi che non solo sono difficili da soddisfare per gli altri, ma nemmeno per noi stessi. Questo crea un ciclo dove, ogni volta che non vediamo soddisfatti i nostri bisogni, finiamo per sentirci inadeguati o incompresi.

Il vero problema non è tanto che “dare” superi “avere”, ma che le nostre aspettative ci impediscono di vivere le relazioni in modo più libero e genuino. Se smettiamo di pensare in termini di scambio e cominciamo a dare senza aspettarci nulla in cambio, le relazioni possono fiorire in modo più naturale e senza pressioni.  Quando si riesce a lasciar andare le aspettative e si accetta l’altro per quello che è, senza chiedere nulla in cambio, si inizia a vivere l’amicizia in modo più libero e naturale. L’idea è di essere presenti e disponibili, senza pensare troppo a cosa otterremo da quell’amicizia, ma piuttosto a come possiamo contribuire sinceramente alla felicità e al benessere dell’altro. E questa è una grande liberazione.

 

2) Le 3 P dell’amicizia: Prossimità, Presenza e Pazienza


Quando parliamo di amicizia, la mia esperienza, sia professionale che personale, mi ha insegnato che sono necessarie tre qualità fondamentali per costruire legami veri e duraturi: Prossimità, Presenza e Pazienza.

 

Prossimità che non si riferisce solo alla vicinanza fisica, ma anche alla capacità di essere “vicini” sul piano emotivo e psicologico, di entrare in sintonia con lui o lei. La prossimità nelle amicizie implica una disponibilità a mettersi in ascolto, a farsi trovare pronti anche nei momenti più delicati. Essere prossimi vuol dire anche creare uno spazio sicuro in cui entrambe le persone possano esprimere se stesse senza paura di giudizio. Quando due persone sono prossime, non solo fisicamente, ma anche nelle emozioni e nei pensieri, si crea una connessione profonda che rende l’amicizia un legame che va oltre la superficie.

Presenza è un altro pilastro: non basta essere lì fisicamente, ma bisogna esserci con la mente e il cuore. Significa essere totalmente disponibili e presenti, specialmente nei momenti difficili, senza distrazioni e senza riserve. La presenza è un atto di cura, di attenzione genuina che arricchisce entrambe le persone coinvolte. Non è un semplice “fare”, ma un “essere” insieme, di fronte alla realtà dell’altro, con tutta la sua complessità. E’ ciò che costruisce quella connessione profonda che rende l’amicizia qualcosa di davvero speciale.

Pazienza è fondamentale per ogni relazione. Non possiamo forzare il ritmo con cui si sviluppa un’amicizia, né possiamo pretendere che tutto si risolva rapidamente. L’amicizia richiede un tempo che non si può forzare; è necessaria per capire che ogni persona ha il suo ritmo, i suoi tempi e le sue difficoltà. Non è una relazione che può essere accelerata o in cui si può fare a meno di darsi spazio per crescere insieme. La pazienza ci permette di accogliere l’altro nei suoi tempi, di superare le incomprensioni e di crescere insieme, senza fretta, ma con il desiderio di costruire un legame solido e autentico. È attraverso la pazienza che si superano i momenti di crisi, che si accettano i difetti e si cresce come individui, ma anche come amici. A volte l’amicizia deve attraversare periodi di silenzio, di distanza, di incomprensioni; ma la pazienza ci permette di tornare, di riallacciare il legame quando è il momento giusto.

 

 

Queste tre P sono il fondamento di un’amicizia sana perché creano una base solida che non è soggetta ai capricci dell’istante o alle aspettative irrealistiche. Piuttosto, sono la chiave per costruire legami che possono resistere nel tempo, che crescono e si arricchiscono con l’esperienza condivisa.

 

Nel caso di Sarah, queste riflessioni potrebbero aiutarla a prendere un po’ di distanza da quella percezione di inadeguatezza che ha sviluppato, e a iniziare a guardare le sue relazioni da una nuova prospettiva; a comprendere che forse la difficoltà che percepisce nelle sue relazioni non è una mancanza da parte sua, ma piuttosto una questione di aspettative non realistiche o di una connessione che potrebbe aver bisogno di più tempo per svilupparsi pienamente. L’invito potrebbe essere quello di dare spazio a sé stessa, di essere paziente con le sue amicizie, e di accogliere gli altri nella loro totalità senza aspettarsi nulla in cambio, se non la bellezza del camminare insieme per creare legami più autentici e duraturi.

 

In definitiva, quando si parla di amicizia, la vera bellezza sta nel non cercare di forzare niente, ma nell’essere presenti, nella consapevolezza che le cose richiedono tempo, e nell’accogliere senza aspettative, ma con il cuore aperto. Queste tre P – prossimità, presenza e pazienza – sono la base per costruire legami che non sono solo superficiali, ma profondi e in grado di resistere alla prova del tempo.

 

Luisa Casagrande | Senior Mentor & Trainer Métissage Dynamics© | Autrice di

📚📚📚“𝗘𝗱𝘂𝗰𝗮𝗿𝗲 𝗹’𝗶𝗱𝗲𝗻𝘁𝗶𝘁𝗮̀ 𝗰𝘂𝗹𝘁𝘂𝗿𝗮𝗹𝗲 – 𝗨𝗻𝗮 𝗴𝘂𝗶𝗱𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗰𝗿𝗲𝘀𝗰𝗲𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗮𝗽𝗲𝘃𝗼𝗹𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗲 𝗰𝘂𝗹𝘁𝘂𝗿𝗲 𝗲 𝘁𝗿𝗮𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶” –

We develop experiences that make people’s lives simple.

Previous Post

Welcoming the “other” takes intentional cultural work!

Scroll to top

Vuoi rimanere sempre aggiornato sulla mia attività?

Iscriviti alla newsletter per non perderti nessuna novità sul mio lavoro e sulle attività che svolgo.

Questo si chiuderà in 30 secondi