Networking per chi odia il networking è una guida per introversi, persone sopraffatte e poco connesse.
Quando si parla di #networking, tutti abbiamo sentito gli stessi consigli così spesso che molti di essi sembrano ormai dei comandamenti. Abbiamo tutti sentito dire che dobbiamo uscire il più possibile, promuoverci costantemente e non pranzare mai da soli.
Suona familiare, vero?
Ma cosa succede se si odia il networking? Se non siete bravi a farlo e se vi sudano le mani al solo pensiero di incontrare nuove persone?
Se per voi fare networking è fastidioso o stancante, o se non vedete mai risultati, questo è il libro che fa per voi, perchè è un libro incredibilmente divertente e pratico che cambia completamente le regole del networking.
L’autrice dice che il 99% dei libri sul networking utilizza consigli e strategie che si adattano meglio alle personalità estroverse. Ovvero, quelle persone che hanno almeno un po’ di talento per uscire e parlare con le persone.
Ma che dire di quelli tra noi che non sono naturalmente dotati di brillanti capacità di conversazione o di una personalità estroversa? Finora, le #strategie di networking tradizionali ci hanno dato due opzioni: o si elimina la propria personalità naturale, o si rinuncia.
Questo libro offre agli “introversi, ai sopraffatti e ai non connessi” una terza opzione. I consigli elargiti qui, a mani profuse, permettono di usare il proprio stile naturale per fare rete in modo efficace. Si impara a sfruttare i propri punti di forza nel fare networking, invece di cercare di essere qualcosa che non si è (almeno ci si prova!).
L’autrice sottolinea che il fatto di essere introversi non significa che non si possa essere un buon #networker. Un esempio? L’autrice stessa è un’introversa ed ammette subito di essere spesso sopraffatta e decisamente poco connessa. Eppure ha avuto un successo strepitoso nel networking.
Un buon networking può cambiare completamente la vostra vita. Se volete una promozione, scrivere un libro o far crescere la vostra attività, potete ottenerla grazie al networking. Il networking non consiste nell’usare gli altri per promuovere i propri #obiettivi. Non si tratta di fare l’amicone o di essere egocentrici.
Un ottimo networking consiste nel creare #connessioni che portino benefici a voi e all’altra persona. Si tratta di avere un gruppo di persone a cui potersi rivolgere quando si ha bisogno di aiuto e di consigli, e che possono rivolgersi a voi quando hanno bisogno di una mano.
In questo libro imparerete a #farerete rimanendo fedeli a ciò che siete, introversi e non. Quando l’avrete finito di leggere, non guarderete più al networking nello stesso modo.
Se siete più #estroversi, potrete comunque imparare molte strategie utili. Il vantaggio più grande è che imparerete a fare networking in modo efficace con gli #introversi. Imparerete come pensano e cosa provano quando incontrano nuove persone, il che vi aiuterà a creare un legame più forte con loro.
L’autrice, Devora Zack è una consulente di networking che ha lavorato con decine di aziende di alto profilo e organizzazioni governative in tutto il mondo.
Il libro è diviso in 12 capitoli. Questi capitoli trattano di tutto, dalla distruzione degli stereotipi al networking in viaggio, fino alla creazione di eventi personalizzati che vadano bene per tutti.
Ci sono molte informazioni, ma grazie allo stile di scrittura ironico dell’autrice, non è un libro serio sul networking nè rigoroso. In alcuni punti è estremamente divertente e le pagine sono leggerissime nella lettura.
Il primo capitolo è estremamente breve e il suo unico scopo è quello di definire cosa sia di solito un introverso. Ovvero, una persona riflessiva, concentrata e autonoma.
Il secondo capitolo ci permette di fare una valutazione per scoprire di più sulla nostra vera personalità. Siamo più introversi che estroversi? La maggior parte di voi probabilmente conoscerà la risposta a questa domanda, ma questo capitolo approfondisce la questione e discute cosa ha a che fare con il networking.
Nel capitolo successivo l’autrice fa qualcosa di piuttosto radicale. Tenta di sfatare alcune ipotesi tradizionali sugli introversi. E ciò che fa è piuttosto ingegnoso. Più impariamo a conoscere gli introversi e gli estroversi, più abbiamo indizi su come interagire con loro per farli sentire a proprio agio.
Per esempio, quando si dice la parola introverso, cosa viene in mente? A molti vengono in mente parole come timido, lunatico, isolato, noioso, lento o distaccato. Nella società di oggi, queste parole suonano piuttosto negative. Ma queste parole stereotipate trascurano le vere doti degli introversi.
Gli introversi amano #elaborare le loro idee prima di parlare. Se state parlando con un introverso, dovreste fare una pausa prima di iniziare un’azione. Ricordate che gli introversi hanno bisogno di tempo per pensare. Non fate loro pressione per avere una risposta immediata.
Un’altra caratteristica degli introversi è che desiderano #relazioni profonde e significative. Ciò significa che il networking tradizionale, quando si passa da una persona all’altra in un gruppo numeroso, è decisamente terrificante per un introverso.
La buona notizia è che esiste un modo migliore. Supponiamo che dobbiate andare a una #conferenza. Se siete introversi o semplicemente vi sentite troppo stanchi per incontrare tutti, fate i compiti prima. Se sapete chi parteciperà alla conferenza, individuate la persona che può davvero fare la differenza nella vostra vita o nella vostra carriera. Quindi, spendete le vostre energie per sviluppare un rapporto con quella persona.
Penso che questo sia un ottimo suggerimento, perché è molto più efficace che incontrare una immensità di persone e instaurare con loro solo una minima conoscenza. E se pensate che l’autrice stia concentrando tutta la sua attenzione sugli introversi, ricredetevi. L’autrice dedica anche una buona parte del tempo a sfatare i #miti sugli estroversi.
Nel quarto capitolo si entra davvero nel vivo della strategia di networking dell’autrice.
Vi fate prendere dal panico quando entrate in un evento di networking? Forse le vostre pulsazioni accelerano, iniziate a sudare e vi chiedete subito perché siete stati così folli da venire? Se qualcuno si avvicina per presentarsi, siete solo l’ombra della persona che siete di solito, perché non riuscite a ragionare?
Secondo l’autrice, le persone che hanno paura di fare networking quasi sempre si lasciano andare a un atteggiamento di lotta o fuga quando si recano agli eventi di gruppo. Percepiscono questi eventi come minacciosi, quindi i loro istinti prendono il sopravvento. Il sangue abbandona il cervello e va alle estremità, provocando una impellente necessità di fuga.
Pensateci un attimo. Il sangue abbandona il cervello quando questo accade. Ecco perché per molti introversi è impossibile pensare con chiarezza agli eventi di networking. Ecco perché la #respirazione profonda è così efficace.
Sì, l’autrice ammette che si tratta di un vecchio consiglio. Ma dice che abbiamo davvero bisogno di applicarlo. Se stiamo impazzendo a un evento, fermarsi a respirare profondamente aiuta a migliorare il flusso sanguigno ed a inondare il cervello di ossigeno per poter pensare. Inoltre, aiuterà a rilassarsi.
E’ interessante come l’autrice insista su questo punto. Molti di noi si fanno prendere dal panico quando sono coinvolti in eventi importanti e il nostro cervello sembra diventare una poltiglia. Abbiamo tutti sentito dire che dobbiamo respirare profondamente, ma molti di noi non sanno perché. Sapere cosa succede nel nostro corpo può aiutarci a controllare meglio la situazione, soprattutto in situazioni di stress come una presentazione o un discorso.
Nel quinto capitolo vengono presentate altre strategie per lavorare con i nostri punti di forza quando si tratta di fare rete.
L’autrice ci consiglia di seguire la nostra energia. Per esempio, la maggior parte degli esperti di networking consiglia di non pranzare mai da soli. Dovreste sempre partecipare a eventi e trovare partner con cui parlare, soprattutto durante i pasti.
Gli introversi trovano tutto ciò drenante ed estenuante. Devono avere del tempo per stare da soli per poter carburare. Stare da soli è il momento giusto per rigenerarsi.
Quindi, pranzate da soli. Se avete bisogno di rigenerarvi, trovate il tempo per farlo, anche se siete nel bel mezzo di una conferenza o di un evento di networking. Se siete svuotati, non sarete efficaci in nulla. E soprattutto non riuscirete a creare legami significativi con le persone.
Quando si tratta di conversare, gli introversi si sentono spesso svantaggiati. Spesso odiano fare conversazione e se si trovano in un gruppo di estroversi non riescono a spiccicare parola.
Come si può sfruttare questa situazione a proprio #vantaggio?
Concentrandovi su ciò che sapete fare meglio. Ascoltare e osservare. Raccogliete dati mentre vi muovete nella stanza. L’autrice ci dice che, al massimo delle loro funzioni, gli introversi possono imparare moltissimo sui nuovi conoscenti perché sono molto abili nell’osservare e nell’ascoltare. Si tratta di un vantaggio enorme, soprattutto quando si iniziano le relazioni. Il vostro intuito vi permette di porre domande ben informate ai nuovi conoscenti, che possono innescare conversazioni profonde e permettervi di distinguervi dalla massa.
Se state per partecipare a un evento di networking, non perdetevi il sesto capitolo, forse uno dei più interresanti. L’autrice lo chiama “Il kit di sopravvivenza per gli eventi di networking“.
Qui imparerete tutto quello che c’è da sapere per affrontare con successo un evento di networking, da come vestirsi a cosa fare il giorno dell’evento, per essere sicuri di essere rilassati e pronti. I suoi consigli per l’evento stesso sono oro colato.
Per esempio, come abbia già visto, gli introversi hanno bisogno di pause di ricarica durante un evento. Il sovraccarico sensoriale esaurisce le #energie in modo incredibilmente rapido, quindi bisogna gestirlo. Si possono fare cose come visitare il tavolo delle informazioni o uscire per una pausa.
Dovete anche prendere appunti su tutti i biglietti da visita che ricevete da nuovi conoscenti. Scrivete sul retro dove avete incontrato la persona e la data, tutti i fatti personali che ha condiviso e una nota sulla vostra conversazione. Quando vi rivolgete a loro, potrete rendere la vostra corrispondenza molto più personale.
Cosa fare, dunque, se si è esausti e si ha bisogno di uscire da una conversazione con garbo?
L’autrice offre alcuni ottimi consigli. Potete dire: “Posso avere il suo biglietto da visita? È stato un piacere conoscerla!” oppure “Vado a prendere una boccata d’aria. Mi è piaciuta la nostra conversazione; grazie!“.
Ci sono diversi suggerimenti qui, quindi avete sicuramente la possibilità di scegliere.
L’autrice ci dà anche alcuni dei suoi consigli intelligenti per gestire gli eventi di networking. Per esempio, conserva tutti i suoi biglietti da visita dietro la targhetta con il nome, quando questa è contenuta in una custodia di plastica trasparente. È possibile riporre anche la carta d’albergo e la carta di credito, in modo da poter camminare con le mani libere.
Il capitolo setteè un altro tra i più interessanti.
La maggior parte di noi ha probabilmente sentito parlare della cosiddetta Regola d’oro, che dice che dovremmo sempre trattare gli altri come vorremmo essere trattati noi. Sembra una regola abbastanza sicura per essere premurosi, giusto?
Ebbene, l’autrice ci offre diversi scenari fittizi che dimostrano che questa regola può ritorcersi contro di noi in modo disastroso.
Per esempio, immaginiamo che l’estroverso David sia stato assente per motivi personali per due settimane. Il suo collega introverso, Josh, lo vede tornare lunedì mattina. Josh vuole mostrare rispetto a David, quindi lo tratta come vorrebbe essere trattato. L’introverso saluta educatamente e non si comporta come se fosse successo qualcosa di insolito. Dopo tutto, pensa l’introverso Josh, perché attirare l’attenzione su qualcuno che ha dovuto affrontare problemi personali?
David, l’estroverso, si sente offeso da questo comportamento. Per lui, Josh è scortese e insensibile se non fa presente la sua assenza o se non si mostra più entusiasta di essere finalmente tornato in ufficio.
Vedete come la Regola d’oro si ritorce contro? Quando trattiamo gli altri come vorremmo essere trattati noi, ignoriamo il loro stile naturale e, per loro, siamo irrispettosi.
Ma possiamo cambiare questa situazione. La regola dell’autrice è che dovremmo trattare le persone come vogliono essere trattate.
L’autrice dice che durante i suoi seminari, le persone spesso dicono che questa regola è l’insegnamento più importante che hanno tratto dal corso.
Trattare gli altri come vogliono essere trattati è un vantaggio particolare per gli introversi. Perché? Perché, ricordiamolo, gli introversi sono sempre in ascolto e in osservazione. Colgono spunti che spesso sfuggono agli estroversi. Quindi spesso sanno come i colleghi vorrebbero essere trattati.
Gli ultimi quattro capitoli proseguono sulla stessa linea. Ci danno ottimi consigli per i colloqui, per il networking quando si viaggia per lavoro, per creare e gestire un evento adatto agli introversi e per raggiungere i nostri obiettivi con il networking.
Qual è la mia ultima parola su “Networking per persone che odiano il networking“?
In breve, un libro piuttosto utile, pur essendo consapevole che per alcuni di voi navigati la lettura risulterà alquanto banale. L’ho trovato divertente e molto accessibile. Leggerlo è come sedersi con l’autrice mentre si scherza e ci si diverte su un senso alternativo del networking. Anche i suoi consigli e le sue strategie sono molto pertinenti, pratici e spesso unici.
Il bello di questo #libro è che è utile sia per gli introversi che per gli estroversi. Gli introversi impareranno le strategie che si applicano a loro. Gli estroversi possono usare queste stesse strategie per fare networking in modo più efficace, o almeno per imparare a relazionarsi meglio con gli introversi.
Se in passato avete avuto problemi nel fare networking, leggetelo tra un pausa e l’altra. Vi farà riflettere (sorridendo!) sull’enormità di stereotipi sugli introversi ed estroversi e offrirà a tutti nuovi modi di guardare ai nostri opposti caratteri. Indipendentemente dal vostro punteggio nella scala Myers-Briggs, imparerete molto da questo libro.
“Networking for People Who Hate Networking”, di Devora Zack, è pubblicato da Berret-Koehler Publishers.