CIÒ CHE NON SI CAPISCE
Si osteggia, lo si deride, lo si denigra, lo si combatte, si prova ad abbattere…
Manifestando apertamente una forte resistenza alla comprensione e all’integrazione del nuovo, del diverso, di un modo diverso di vedere e di fare le cose… anche se migliore rispetto a quello precedente.
“Non assaggio perché non vorrei mai che mi potesse piacere… mi toccherebbe ribaltare l’idea che mi ero fatto di me stesso”
Non c’è cosa che l’uomo difende di più se non i suoi preconcetti.
Si combatte tutto ciò che esiste al di là della propria zona di confort-sicurezza psicologica egoica: la torre d’avorio costruita in tanti anni di sforzi nel tentativo di respingere tutto ciò avrebbe potuto mettere in discussione il nostro sistema di credenze e valori.
Non dimentichiamo però che l’ego non è che un colosso dai piedi argilla, un albero senza radici, un essere umano disconnesso dal suo centro interiore.
Ciò che non cresce, cambia e continua a svilupparsi… muore dentro, alla vita reale.
Roberto Potocniak
Magdalena, Mixed Italo-Canadese-Togolese-Polacca, Founder di un’Associazione Benefit, mi segue da qualche anno e ormai conosce quello che è il mio lavoro e l’attenzione che pongo ai dettagli. Mi chiama sicura del fatto che questa volta non vi sia una soluzione definitiva al suo problema, ma ha deciso, comunque di tentare.
“La vita è un casino”, mi dice. “Nonostante la preparazione, l’allenamento e le migliori intenzioni, di tanto in tanto mi imbatto in conversazioni difficili che mi lasciano sempre un certo amaro in bocca. Fatico a trasmettere il mio messaggio in modo chiaro, che risuoni con chi mi ascolta e ispirarli ad agire. E questo non dipende da una comunicazione carente o poco chiara, ma dal fatto che i miei interlocutori non conoscono a fondo il tema di cui mi occupo e questo crea resistenze, malintesi, confusione e conflitti. Nemmeno l’uso dei principi dell’’intelligenza emotiva riesce a gestire queste situazioni e mantenerle produttive. Il risultato finale è che le persone non risuonano con quello che dico, né vi è reale interesse di analizzare o, per lo meno discutere l’argomento. Al di là delle semplici o banali esperienze universali o dei cliché, credo che nessuno sia in grado di capire ciò che non ha vissuto. Terapeuti compresi. Anche se lo volessero. E invariabilmente non lo fanno. Perché condividere qualcosa al di là del banale se non si è mai compresi”?
Non è necessario risuonare con tutti, ma con qualcuno.
Avendo lavorato con molti dirigenti d’azienda nel corso di questi anni, una cosa è abbondantemente chiara: non amiamo avere conversazioni difficili. Non solo la maggior parte di noi farebbe di tutto per evitarle, ma coloro che sostengono di saperle fare bene in genere adottano un approccio del tipo “dico solo le cose come stanno” che non sempre porta ai risultati desiderati. È difficile sentirsi in controllo di una situazione quando si fatica a portare avanti conversazioni difficili e a mantenerle produttive.
Perché certe conversazioni sono così difficili?
La maggior parte delle conversazioni difficili è il risultato di una persona che vuole che un’altra cambi. Non solo è difficile gestire una proposta del genere in modo
diplomatico, ma quasi sempre comporta una rottura della fiducia. Questo può far sì che la posta in gioco per affrontare la conversazione nel modo giusto – e per non incrinare ulteriormente la relazione – sia eccezionalmente alta.
Inoltre, molti trovano le conversazioni difficili tanto impegnative perché molto spesso le equiparano al conflitto e pochi sono cresciuti con modelli efficaci per affrontare con successo le situazioni di conflitto. I modelli più comuni sono quelli che di solito fanno sentire le persone impotenti e prive di un senso di libero arbitrio. Agli individui è stato ‘insegnato’ a fare qualsiasi cosa per avere una vita tranquilla e molto spesso questo significava stare zitti, non agitare le acque e accondiscendere, anche quando non erano d’accordo, semplicemente per mantenere la pace.
Così, quando sorgono conversazioni difficili, non hanno l’impalcatura interiore corretta per sentirsi forti e sicuri. Si trovano invece a combattere con i propri sentimenti di vulnerabilità e insicurezza, che derivano da un altro tempo e luogo. Questi sentimenti hanno fatto il loro corso. Hanno superato la data di scadenza, ma cesseranno solo quando saranno affrontati di petto e si svilupperanno le competenze per gestire con successo le conversazioni difficili.
La maggior parte delle persone è troppo impegnata per ripensare il proprio modo di pensare.
Quando le persone non condividono le vostre argomentazioni o le fraintendono, spesso la causa è da ricercare in alcuni problemi comuni:
1) Mancanza di risonanza o incomprensione dovuto alla carenza di chiarezza o al fatto che l’argomento risulta troppo complesso, rendendo difficile per gli altri seguirlo.
2) Mancanza di pertinenza dovuta al fatto che la vostra argomentazione potrebbe non sembrare rilevante per le esigenze o le preoccupazioni del vostro pubblico.
3) Prove deboli dovute al fatto che la vostra argomentazione potrebbe mancare esempi convincenti.
4) Disconnessione emotiva dovuta al fatto che le persone potrebbero non risuonare emotivamente con la vostra argomentazione.
5) Preconcetti, pregiudizi o convinzioni preesistenti che possono impedire alle persone di accettare la vostra argomentazione.
6) Stile di comunicazione inadeguato: o troppo aggressivo, passivo o poco coinvolgente.
7) Dis-allineamento con i valori o scontro con i principi del vostro pubblico.
8) Complessità della questione e difficoltà a comprenderla intrinsecamente.
Diventare sicuri nell’affrontare conversazioni difficili è un’abilità che richiede molto tempo e impegno per essere sviluppata. Tuttavia, ne vale la pena. Avere la capacità di responsabilizzare gli altri, di rimanere presenti a ciò che accade dentro di noi e di mantenere viva la conversazione, è un …… continua qui
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Luisa Casagrande | Métissage Dynamics©
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