“Ho notato che quando sei troppo amichevole, troppo gentile e troppo socievole, le persone iniziano a mostrarti una mancanza di rispetto”.
Così esordisce Chiara durante una delle nostre sessioni di Mentoring professionale. E come darle torto?
A volte la gentilezza può essere interpretata come debolezza o ingenuità. Molte persone associano l’essere amichevoli e socievoli a una mancanza di assertività, e questo può portare alcuni a sottovalutare chi è particolarmente gentile. Se sei sempre stata carina, facendo sempre cose per gli altri, continueranno a pretenderlo e, penseranno di poterne approfittare a comando, camminando sopra le tue scarpe come se tu nemmeno fossi lì in quel momento.
Se poi sei una persona razzializzata o appartenente a qualche tipo di minoranza, il problema si moltiplica. La gentilezza può essere interpretata attraverso filtri sociali pregiudiziali, portando con sé dinamiche complesse che non tutti si trovano ad affrontare.
Con Chiara, nonostante si fosse rivolta a me per un’altra questione, non ho potuto fare a meno di lavorare su questo aspetto che ritengo davvero fondamentale. Solo perché sei carina o perché mostri affetto e apertura emozionale non significa che devi tollerare questi atteggiamenti. Tratta gli altri come vorresti essere trattato è una gran cavolata in questi frangenti e per certi tipi di persone. Certo, riuscire ad essere gentili senza lasciarsi strumentalizzare è complesso, ma è un atto di forza e integrità, soprattutto per chi fa parte di una minoranza. Essere consapevoli delle sfide uniche e dei contesti in cui si opera può rendere la propria gentilezza ancora più significativa e autentica. Ma praticare la gentilezza in modo equilibrato e consapevole può aiutare a essere rispettato senza rinunciare a sé stessi. Essere gentili è una qualità di valore, ma come qualsiasi qualità, va accompagnata da autostima e capacità di gestire i confini.
Abbiamo riflettuto insieme ed abbiamo deciso di lavorare profondamente su alcune strategie di reazione in un contesto sociale spesso influenzato da stereotipi, senza rinunciare alla sua autenticità:
- Consapevolezza dei pregiudizi impliciti: è importante ricordare che molte persone interpretano il comportamento altrui attraverso stereotipi inconsci. La gentilezza, se mostrata da una persona razzializzata, potrebbe essere percepita in modi stereotipati o condiscendenti. Essere consapevoli di questi pregiudizi può aiutare a decidere quando e come esprimere la gentilezza, specialmente in contesti in cui il rispetto è fondamentale per stabilire una base di interazione.
- Definire il proprio “tono” di gentilezza: essere assertivi, mai aggressivi. L’assertività permette di esprimere ciò che si pensa e si sente con fermezza ma senza aggressività. Quando qualcuno esagera o si comporta in modo irrispettoso, esprimerlo con calma ma con chiarezza. Le persone di minoranza possono sentirsi obbligate a essere eccessivamente gentili per evitare di essere etichettate come “aggressive” o “difficili”. Tuttavia, è utile trovare un equilibrio tra il proprio modo naturale di essere gentili e la necessità di far valere i propri diritti e confini. Definire la propria gentilezza in modo fermo ma aperto è una chiave importante: gentilezza e assertività possono coesistere.
- Stabilire e rinforzare i propri confini: essere gentili non significa essere sempre disponibili o fare tutto ciò che gli altri chiedono. Imparare a dire “no” e a stabilire dei limiti permetterà di essere rispettati. I limiti non sono segno di freddezza o distacco, ma di cura per sé stessi. Mostrare agli altri che la propria gentilezza non è debolezza, ma una scelta consapevole. Quando, poi, si appartiene a una minoranza, è facile che la gentilezza venga fraintesa come una “disponibilità illimitata” o una sorta di “subordinazione”. Stabilire dei confini chiari (e mantenerli con coerenza) è essenziale per evitare che gli altri vedano nella tua gentilezza un segno di disponibilità a essere trattato con condiscendenza o sfruttato.
- Gentilezza come scelta strategica ed essere selettivi nel dare la propria disponibilità. Non tutti meritano il vostro tempo e la vostra energia. Essere gentili non vuol dire esserlo con chiunque e in ogni momento. Cercare di costruire relazioni con persone che apprezzano e rispettano la propria natura socievole, e che non vi vedano come qualcuno di cui approfittare. La gentilezza può essere un atto di resilienza e forza, ma solo quando è usata con consapevolezza. In alcuni contesti, può essere una strategia per creare un terreno comune, superare barriere culturali o instaurare fiducia; in altri, può non essere la migliore opzione. Considera se la gentilezza ti aiuta davvero in una situazione specifica o se sarebbe più efficace mostrarsi semplicemente professionale e riservato.
- Non scusarsi per la propria autenticità ed evitare l’eccessiva auto-giustificazione: A volte chi è gentile tende a spiegarsi troppo, quasi come se dovesse giustificare ogni azione per paura di dispiacere o sembrare invadente. Evitare l’eccessiva auto-giustificazione mostra una maggiore sicurezza e evita che gli altri si abituino a “mettere in discussione” ogni scelta. Esprimere gentilezza non dovrebbe mai significare dover “conformarsi” alle aspettative altrui, specialmente quando queste aspettative sono cariche di stereotipi. Essere autentici nella propria gentilezza e non sentirsi obbligati a cambiare per ottenere l’approvazione altrui è fondamentale per rimanere fedeli a se stessi. Non scusarti mai per essere chi sei.
- Mostrare fermezza nei propri valori e difendere la propria dignità senza rinunciare alla autenticità: la gentilezza non deve mai essere un compromesso con i propri valori. Se qualcosa va contro ciò in cui si crede, mantenere la propria posizione anche se potrebbe sembrare meno “amichevole.” Le persone che vi rispettano apprezzeranno la vostra integrità; chi tende ad approfittarsi invece avrà più difficoltà. La gentilezza non deve mai essere nemmeno una rinuncia alla dignità o un accettare passivamente atteggiamenti irrispettosi. Ogni atto gentile può essere un’affermazione di chi si è e dei valori in si crede.
- Rimanere autentici e usa la gentilezza per creare un cambiamento positivo: non lasciare che la sfiducia o l’atteggiamento altrui vi portino a cambiare. La gentilezza è una qualità preziosa, e il mondo ha bisogno di più persone gentili. Imparare a gestirla con assertività vi aiuterà a creare rapporti sani e a respingere chi cerca di approfittarsene. Anche se può essere difficile, la gentilezza può diventare un modo per sfidare i pregiudizi e rompere le aspettative sociali. Mostrare gentilezza con forza e orgoglio può aiutare a creare nuove narrazioni e cambiare la percezione delle minoranze all’interno della società, dimostrando che si può essere rispettosi senza cedere alla mancanza di rispetto.
- Distinguere gentilezza e compiacenza: essere gentili non vuol dire essere sempre d’accordo o cercare di fare ciò che piace agli altri. Se senti che stai cedendo troppo solo per compiacere, fermati e chiediti se è davvero ciò che vuoi. Essere gentili è una scelta, ma non deve mai essere a discapito di te stesso.
- Mostrare autostima nei propri gesti gentili: se siete sicuri e fieri della vostra gentilezza, gli altri inizieranno a percepirla come una vostra forza e non come una debolezza. Chi è sicuro di sé e dimostra gentilezza senza paura non sembra “manipolabile”. È un aspetto sottile ma efficace per far capire che la vostra amichevolezza non è una mancanza di carattere.
- Imparare ad osservare e valutare le intenzioni altrui: per le persone di minoranza, sviluppare la capacità di “leggere” le intenzioni dietro le azioni degli altri può essere molto utile. Ciò può aiutarti a modulare la tua gentilezza in base a chi hai di fronte e al contesto, e a individuare situazioni in cui può essere utile mantenere un comportamento più distaccato.
- Circondarsi di alleati e sostenitori: avere persone attorno che comprendono e rispettano il tuo modo di essere può fare una grande differenza. Quando possibile, cerca ambienti e persone che valorizzano la tua individualità e la tua gentilezza senza interpretarla come sottomissione o debolezza.
Luisa Casagrande | Senior Mentor & Trainer Métissage Dynamics© | Autrice di
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